“Akemashite omedetou gozaimasu“, cosi si saluta il Nuovo Anno in giapponese. Lo Shougatsu (正月) ovvero il Nuovo Anno é la festività più importante in Giappone celebrata solitamente in famiglia come per noi é il Natale. Per questa occasione la tavola si imbandisce dei sapori e colori della tradizione culinaria degli Osechi-ryori (御節料理) , il cibo del Capodanno servito su vassoi laccati sovrapposti in più strati a simboleggiare la speranza di una continua prosperità. Una tradizione che ha origini millenarie e prevede il consumo di cibi preparati in anticipo, dato che un tempo durante i primi tre giorni dell’anno era fatto divieto l’uso del focolare per evitare che il rumore potesse disturbare le divinità nel passaggio al Nuovo Anno.
Ancora oggi queste pietanze si preparano nei giorni che precedono il Capodanno e comprendono svariate portate ognuna con un significato simbolico di prosperità, fortuna e lunga vita sempre pronte per essere servite a parenti ed amici. Dato che la loro preparazione é abbastanza laboriosa, in molti casi vengono acquistati e sono reperibili un pó ovunque nei supermercati di quartiere, nei piani dei grandi magazzini dedicati alla gastronomia o nei ryoutei, i ristoranti giapponesi, solitamente su ordinazione. Anch’io li ho sempre acquistati ma quest’anno ho deciso di preparli grazie all’aiuto di questo splendido libro scritto da Suzuki Tokiko intitolato “Baba no osechi” ovvero ‘osechi della nonna‘ che ha ormai assunto un posto di rilievo nella mia biblioteca gastronomica.


“TOKIKO SUZUKI è nata nel 1924 nella prefettura di Aomori nel nord del Giappone. Da bambina impara a cucinare da sua madre, nota per le sue abilità culinarie. Dopo il matrimonio si trasferisce a Tokyo, dove diventa un personaggio di spicco come ricercatrice in campo alimentare. Ha condotto vari programmi sul canale NHK, la rete nazionale del Giappone ed ha scritto svariati saggi e libri di cucina dedicati alla cucina casalinga del Giappone”.
Il libro propone una varietà completa di ricette per l’occasione, ben documentate e di facile realizzo anche se purtroppo il testo è solo in giapponese, come la maggior parte dei libri di questa autrice. Vista l’incertezza della prima volta ho selezionato alcuni piatti principali da abbinare ad altre pietanze tipiche di questo periodo tra cui castagne dolci, kamaboko (una polpa di pesce macinata simile ai surimi), ikura (uova di salmone) che solitamente vengono acquistate. Il risultato é stato davvero molto apprezzabile soprattutto per il sapore diverso dai cibi confezionati che, anche se di grande qualità, presentano sempre un gusto molto industriale. Certamente qualche errore lo avrò commesso ma vi posso assicurare che era tutto gradevole e nel rispetto della tradizione. Ecco a voi qualche foto della mia tavola di Capodanno!

Le ricette con le foto tratte dal libro e qualche accenno sul significato delle pietanze

I fagioli di soia neri non possono mancare sulla tavola del Capodanno a simboleggiare la salute fisica, la forza ma anche l’applicarsi con parsimonia nelle attività di tutti i giorni siano esse di studio o di lavoro.

Letteralmente tazukuri significa “creare un campo di riso” poichè le sardine venivano un tempo usate come fertilizzante per le risaie e dunque simbolo di prosperità. Queste sardine ‘caramellate’ sono un must della tavola di Capodanno.
…qualche altro piatto

La radice del loto é piena di fori dai quali possiamo avere una visione chiara del futuro, tanto più fiorente se conferiamo la forma di un fiore.

La loro somiglianza a guscio aperto ad una nave con la vela spiegata, incarna il messaggio di poter percorrere il nuovo anno in salute e sicurezza.

Miso o konbu dashi?
L’unico piatto che non viene preparato in anticipo é questa zuppa chiamata Ozoni a base di pollo, frutti di mare e verdure. Un piatto che utilizza ingredienti diversi da regione a regione ma che possiamo dividere in due gruppi principali: in stile Kansai, la regione a cui fa capo storicamente Kyoto, a base di miso bianco dal sapore amabilmente dolce, oppure con un brodo leggero di konbu e dashi in stile Kanto a cui fa capo Tokyo. Al suo interno si trova sempre il mochi, una pasta bianca di riso glutinoso solitamente di forma rotonda nel Kansai e quadrata nel Kanto tipica per festeggiare il Capodanno.
Come tocco finale un mochi alla griglia, avvolto da un’alga nori e insaporito con qualche goccia di salsa di soia!

Allora vi é piaciuto il viaggio? Immagino non vogliate cimentarvi nella relizzazione di questi piatti anche perchè si tratta di ingredienti e sapori abbastanza insoliti, però mi auguro possa servire per comprendere meglio questa tradizione qualora abbiate modo di gustarli in uno dei vostri prossimi viaggi in Giappone, sperando sia molto presto, insieme ai miei migliori auguri di un Felice e Prospero 2021!
Felice 2021 anche a te! 🙂
Grazie per questo post, interessantissimo e colorato, che ci permette di scoprire sempre più il magico Giappone! 🙂
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Sono felice ti sia piaciuto! Mi sono divertita molto sia a scriverlo sia a preparare questi piatti davvero deliziosi. Grazie per seguirmi sempre e Buon Anno ancora! 🙂
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Ciò che proponi è assolutamente da sperimentare! Grazie ancora a te per tutto! 🙂
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