E’ tempo di Hanami

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In questi giorni la fioritura dei ciliegi a Tokyo e dintorni ha raggiunto il suo picco. I freschi boccioli sono ormai esplosi in tutta la loro grazia e potenza emanando nell’aria un lieve sentore dolciastro.  

 Li possiamo ammirare un po’ ovunque. Non solo nei luoghi più noti e frequentati della citta’ come Nakameguro, Chidorigafuchi, al parco di Ueno, quello di Kichijoji o al Shinjuku Gyoen solo per citarne alcuni ma anche nei giardini dei templi, lungo i percorsi ferroviari, nei vialoni del centro cittadino che in questo periodo dell’anno si tingono dei tenui colori della primavera.

Il paese intero va in una sorta di delirio perche’ la bellezza e’ talmente grande da non poterci lasciare insensibili. E’ cosi che sciami di persone si raccolgono per ammirare nel breve momento della loro fioritura questi rami rigonfi come nuvole che si intrecciano ad arco nel cielo o si tuffano nei placidi corsi dei fiumi, quasi volessero ricongiungersi con la Madre Terra. E’ uno spettacolo unico che si ripete inesorabile ogni anno e che vediamo ormai in ogni pubblicità che riguardi il Giappone, nelle vetrine delle agenzie di viaggio, nei siti di chi lo abbia visitato almeno una volta in questo periodo o negli articoli che parlano dello hanami, che ormai tutti conosciamo, come fosse diventata anche una nostra abitudine. 

Ma a fianco di questo mondo incantato e patinato spesso creato dall’uomo per l’uomo stesso, questi piccoli boccioli si schiudono, timidi e fragili anche sui pendii delle montagne, sui cigli delle strade, davanti ai portoni delle case dove le loro radici sono state testimoni, ridendo e piangendo, insieme a chi le abita accompagnandoli nelle loro vite, generazione dopo generazione, proprio come una famiglia. 

Questi rami sono nodosi, ritorti, scheggiati dal tempo e dalla vita. Si sono fatti spazio tra i rovi e le siepi, si allungano sui tetti delle case e si insinuano tra le fessure delle recinzioni. Le persone gli devono rispetto, spesso condividono lo spazio, talvolta aggiustano e curano le loro ferite in cambio della gioia che riceveranno in questo momento dell’anno da tutti atteso come una sorta di rinascita.

E’ la bellezza piu’ pura di questo periodo dipinto dai colori tenui della primavera e dai sapori delle primizie che ci porta questa nuova stagione tanto attesa. Ma la Natura sa bene come dispensare i suoi frutti e se a noi rivela un volto, un altro lo riserva per gratificare e nutrire se stessa. Del nettare di questi boccioli si nutrono anche altre creature come scoiattoli, usignoli e cince il cui canto si fa impetuoso in questo periodo che annuncia il risveglio della terra e l’arrivo imminente di nuovi raccolti.

Questa e’ l’immagine dei sakura che preferisco. La bellezza dell’imperfetto e di una Natura che condivide nel bene e nel male cio’ che possiede. Un hanami meno appariscente, lontano dalle folle e dagli scatti sensazionali che dipingono un mondo, si reale ma più costruito, sono per me la vera anima, un po’ nascosta, ma forte della Primavera che, nonostante tutto, ritorna sempre a donarci i suoi meravigliosi frutti.  

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