Benvenuti a Tokyo, capitale mondiale della gastronomia come suggerisce anche la nota Guida Michelin che proprio quest’anno le ha assegnato ben 294 delle sue rinomatissime stelle. Un successo incredibile se pensiamo che la stessa guida nel 2016 ha attribuito 334 stelle all’Italia intera. Tra le eccellenze delle sue pagine non troviamo solo lussuosi e raffinati ristoranti della cucina tradizionale “washoku”, già riconosciuta dall’UNESCO nel 2013 come “patrimonio intangibile dell’umanità”, bensì una moltitudine di specialità più popolari come soba, rāmen, yakitori e altro accompagnati da un’infinito panorama di ristoranti internazionali; tutto a dimostrare che la passione per il cibo qui è davvero molto forte. E così anche il democratico rāmen –un tempo amato rifugio della classe impiegata e di giovani studenti– finalmente conquista la sua prima stella! Strategia di marketing per recuperare il danno d’immagine dovuto alle conseguenze della crisi nucleare di Fukushima come sostengono alcuni o realtà, sta di fatto che la varietà culinaria della capitale nipponica è davvero immensa e spazia dalla cucina locale a quella straniera di ogni genere.
Ma per rendervi davvero conto di quanto sia grande in questo paese la passione per il cibo non dovete fermarvi solo in superficie. Prendete un ascensore e scendete nel seminterrato di un qualsiasi grande magazzino per trovarvi immersi in un paradiso gastronomico di pietanze da asporto, vetrine ricolme di dolciumi, frutta ed eccellenze di ogni tipo i cui packaging raffinati ci rivelano anche il profondo senso estetico di questa cultura. Milioni di persone si riversano ogni giorno in queste cattedrali del gusto per comprare dei favolosi bento da consumare in ufficio o in treno, dei piatti pronti da portare a casa, un dolce goloso o un pensiero per ogni occasione. In questa Tokyo nascosta agli sguardi diretti del passante ma rigorosamente collegata alle principali stazioni metropolitane, si cela l’opulenza di un’offerta che sembra non conoscere la crisi. Di tutto questo ne eravamo già coscienti anche senza le preziose indicazioni del signor Michael Ellis -direttore di Guida Michelin- al quale va comunque il nostro grazie per aver portato il fenomeno all’attenzione del mondo intero.
Insomma un capitolo importante quello del food anche dell’attuale governo Abe che prevede una maggiore apertura del mercato interno ai prodotti stranieri da compensare entro il 2020, con un raddoppio delle esportazioni di prodotti agroalimentari locali. Una spinta forte dunque per un settore che è entrato a piena forza nell’ambito della promozione internazionale che il Giappone intende sviluppare in merito alla sua cultura ed ai suoi consumi, sotto lo slogan di “cool Japan”; uno stereotipo usato dal governo che però ha contribuito negli ultimi anni ad espandere nel mondo il brand “Giappone”. Certamente in campo alimentare noi italiani non dobbiamo temere alcun confronto, ma dovete camminare letteralmente sopra e sotto le strade di Tokyo per capire quanto sia effettivo l’entusiasmo di questo popolo per il cibo, e l’interesse a sperimentare sempre con curiosità dei nuovi sapori. Un’esplosione di pura gioia osservarli la sera nelle vivaci izakaya tra boccali di birra, sake e prelibatezze di ogni genere pronti a godere dei semplici piaceri della vita e disposti a mostrarvi la loro vera anima!
Viene voglia di prendere il primo volo per assaggiare tali leccornìe!
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