“Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero”.

Le origini del rituale Yabusame (流鏑馬) sembrano risalire al VI secolo, quando l’Imperatore Kinmei ordinò ai suoi guerrieri di scoccare tre frecce a dorso di un cavallo presso il tempio shintoista di Usa, nell’attuale prefettura di Oita. Nel periodo Heian (794-1185), l’Imperatore Uda chiese a Minamoto no Yoshiari, maestro del tiro con l’arco a cavallo, di fissare “le regole e l’etichetta del tiro con l’arco a cavallo” che vennero poi trasmesse alle generazioni successive della famiglia Minamoto, ed in seguito alle famiglie Takeda e Ogasawara fondatori delle rispettive scuole: Takeda-ryu e Ogasawara-ryu.
La prima cerimonia Yabusame si tenne al tempio Tsurugaoka Hachimangu di Kamakura nel 1187, per volere di Minamoto no Yoritomo come uno dei rituali shintoisti praticati dalla classe guerriera per chiedere alle divinità la pace, abbondanza nel raccolto e salute per la popolazione.  Nella sua forma è la sintesi del kyujutsu (弓術), l’arte del tiro con l’arco tradizionale e del kyubajutsu (弓馬術), l’arte del tiro con l’arco a cavallo, una disciplina che richiede una notevole abilità sia nel cavalcare che nel tirare con l’arco. I bersagli da colpire sono tre, posti a 50 metri l’uno dall’altro su un percorso formato da un corridoio di circa 250 metri, lungo il quale l’arcere deve ripetere il tiro tenendosi in sella con la sola forza delle gambe. Gesti sicuri ma compiuti con una grande naturalezza che hanno alle spalle una vera e propria filosofia di vita e di pensiero, trasmessa da generazioni oltre la pura forma.
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Ogasawara-ryu arriva dunque fino ai giorni nostri come una scuola di galateo, di tiro con l’arco e di tiro con l’arco a cavallo, dove il filo conduttore di ogni disciplina rimane sempre il reiho (礼法), l’etichetta, per la quale il comportamento non è considerato come una semplice regola ma è ciò che determina lo stile di vita dell’individuo sempre nel rispetto delle sue caratteristiche. I suoi insegnamenti partono dalla postura, dal modo in cui si cammina, si sta seduti o ci si inchina, abbracciando poi ogni singolo gesto del quotidiano. Movimenti apparentemente semplici ma sofisticati, ottenuti grazie ad una pratica costante che dovrebbe tendere a risaltare la bellezza del gesto, eliminandone il superfluo.
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 yabusame (6).JPGLa raffinatezza di ogni singolo gesto, insieme a rigore e concentrazione, viene sempre accompagnata da tecniche di respirazione portando dunque stabilità sia alla mente che al corpo. Un guerriero affidabile doveva infatti saper mantenere la calma necessaria in battaglia per maneggiare il proprio arco, mirare, scoccare la freccia e ripetere il movimento con fermezza e affidabilità. Solo così un samurai poteva essere considerato come tale e tutto questo richiedeva un esercizio fisico e spirituale costante che partiva dallo stato di salute dell’individuo ma lo coinvolgeva anche nello spirito.
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Verso la metà di aprile,  quando la fioritura dei ciliegi del Parco Sumida ad Asakusa volge ormai al termine, gli arcieri a cavallo della scuola Ogasawara, arrivata alla trentaduesima generazione, fanno rivivere ancora oggi questa antica cerimonia incarnando lo spirito dei samurai e delle tradizioni dello shintoismo. Quale migliore occasione per ammirare un esercizio di abilità che diventa anche una sorta di cammino spirituale, di fronte alla bellezza effimera dei ciliegi in fiore, simbolo delle arti marziali ed emblema di appartenenza della classe dei samurai.

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ivana ha detto:

    Che belle queste antiche tradizioni!

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie mille Ivana e buona settimana!

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      1. Ivana ha detto:

        Grazie e buona settimana anche a te!

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  2. marinaraccanelli ha detto:

    leggerti è scoprire sempre cose nuove – nuove per me, antiche e rinnovate nella tradizione per gli uomini del Sol Levante

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    1. tokyomelange ha detto:

      Ti ringrazio Marina sempre per la tua presenza. Buona settimana!

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      1. marinaraccanelli ha detto:

        Buona settimana a te!

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