“Nel blu, dipinto di blu” | Motohiko Katano #7

“Penso che un sogno così
non ritorni mai più:
mi dipingevo le mani
e la faccia di blu,
poi d’improvviso
venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare
nel cielo infinito”

“もう二度と、見る事のない夢は
僕の手も顔も青く染め
急に強い吹いた風が僕を
無限の空に手をひいて連れて行った”

Sembra scritto apposta per questo racconto l’inizio  di “Volare” nata intorno alla  metà degli anni ’50, segnati dalla ricostruzione postbellica e del successivo boom economico, che avrebbe portato presto l’uomo ad esplorare l’universo. Amata in tutto il mondo per quel testo visionario e poetico, dove il protagonista sognava di volare nel “cielo trapunto di stelle” con la faccia dipinta di blu; un colore vasto e profondo, che riporta la nostra mente all’infinito del cielo e del mare.

「藍」

L‘indaco o indigo, in giapponese “ai” è una tintura naturale ricavata dalle foglie dell’indigofera tinctoria, una pianta che appartiene alla famiglia delle leguminose coltivata da millenni principalmente in Asia e Africa occidentale. La sua polvere si ottiene tramite un procedimento piuttosto laborioso. Le foglie vengono inizialmente fermentate in acqua per un periodo di tre o quattro mesi, poi fatte essiccare e finemente tritate per essere infine mescolate alla cenere.

Questo tipo di tintura, introdotta in Giappone dall’India attraverso la Via della Seta, era usato in origine solo dalle classi aristocratiche e dai samurai; tuttavia a partire dal periodo Edo  (1603-1868) si diffuse tra la gente comune abbracciando ogni genere di articolo in tessuto non solo ad uso domestico ma anche l’abbigliamento. Poiché si trattava di una pianta con effetti antibatterici, efficace anche come antirepellente  agli insetti e per prevenire gli odori, il suo utilizzo si estese così  tanto che un chimico inglese, Robert William Atkinson invitato in Giappone nel  1874, dalla Tokyo Kaisei Gakko successivamente ribattezzata Tokyo University, venne talmente colpito dal colore indaco comunemente visto in città da attribuirgli addirittura il nome di “Blu del Giappone.

Utagawa Hiroshige - DaimaruFu proprio in questo periodo di fermento e di ricerca di nuovi orizzonti, dominato dalla tradizione dell’indaco nelle case e per le strade che nacque e si formò professionalmente Motohiko Katano (1899-1975). Guidato da Soetsu Yanagi e Kanjiro Kawai, entrambe leaders del movimento Mingei (民芸) sorto tra gli anni ’20 e ’30 che esaltava l’artigianato popolare come una vera e propria forma d’arte, ci ha lasciato delle opere di enestimabile valore che racchiudono la forza della tradizione unita alla spinta verso nuovi confini, tipica di quegli anni non solo in Giappone ma nel mondo intero.

Katano aveva alle spalle un forte backround nella pittura occidentale e varie conoscenze di rilievo  nell’ambito del design tessile e della ceramiche con artisti come Keisuke Serizawa e Shoji Yamada, entrambe membri del Kokugakai [国画会」un gruppo fondato nel 1928 che esaltava la “libertà di espressione”. Nel primo periodo la loro attività si concentrò sullo studio e la promozione della pittura occidentale in Giappone introducendo artisti  del calibro di Matisse, Rodin, Monet, Chagall, Picasso, Cezanne. In seguito il loro lavoro si espanse abbracciando scultura, fotografia, artigianato, stampa,  per rispondere a diversi metodi di espressione ed ai bisogni delle giovani generazioni che si affacciavano in quegli anni a nuove scoperte guardando anche  all’Occidente.

shibori_motohiko

Katano assorbì pienamente le influenze del periodo ma soprattutto venne ammaliato dal colore blu e dalle tecniche di tintura dedicandosi interamente a questa umile arte proprio a partire dalla metà degli anni ’50. Fu cosi che divenne  uno degli artisti principali dello shibori (絞り) , un’antica tecnica di decorazione del tessuto in uso da secoli in varie culture. Il termine deriva dal verbo  shiboru che letteralmente significa “spremere, premere” in quanto si interviene sul tessuto in forma tridimensionale attraverso pieghe, cuciture, nodi o torsioni prima di immergerlo nel bagno di tintura durante il quale il colore non penetrerà nelle zone protette. Il risultato porta ad ottenere un decoro con profili più morbidi e meno definiti rispetto ad altri sistemi di stampa. Esplorando questa tecnica, Katano ha tuttavia eseguito capolavori senza eguali aggiungendo uno stile proprio ed  originale meglio conosciuto con il nome di “katano shibori“.

Katano Shibori

Nella sua opera il tema principale del blu  percorre  tutti  i motivi della tradizione decorativa del Giappone:  onde, gusci di tartaruga, ruscelli, bambú e fiori di ciliegio vengono sempre interpretati in modo estremamente singolare tra tradizione e modernità, sondando nuove tecniche di tintura prese da altre culture, in particolar modo da quella indiana dove tutto ha inizio.

La sua caratteristica si basava su  un motivo a ripetizione su  tutta la larghezza del tessuto dove appaiono linee bianche e zone vuote leggermente ombreggiate che ricordano vagamente le sfumature di un aerografo. Pezzi unici,  realizzati grazie ad un lungo percorso di  ricerca e dedizione. È nella sua umile casa-studio di Nagoya, città fulcro dello shibori in particolare nella zona di Arimatsu dove questa tecnica si tramanda da secoli,  che Katano crea il suo indigo annodando, torcendo, calpestando e modellando la materia che a poco a poco si rivela in tutto il suo splendore di armonia, ritmo, eleganza ed equilibrio.

Katano Shibori (2)

Purtroppo non rimane molto di scritto su questo artista che ha dedicato tutta la sua vita alle tecniche dello shibori sempre accompagnato dalla figlia, Kaori (1932-2016), sua fedele collaboratrice fino alla recente scomparsa che ha lasciato un vuoto incolmabile a questa tradizione artigianale di famiglia. Ci rimangono pur sempre queste meravigliose testimonianze di un’epoca che guardava positiva al futuro,  con le loro morbide evanescenze che fluttuano, leggere ed eteree nell’infinito blu come in un quadro di Chagall.

@Japan Folk Craft Museum – “Indigo Shibori: The Works of Motohiko Katano”

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Eustacchio Leone ha detto:

    bell’articolo, getta un po’ di luce sull’arte giapponese, cosa veramente rara

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    1. tokyomelange ha detto:

      Sono contenta ti sia piaciuto! I tessuti giapponesi sono davvero appassionanti e questo artista ci ha lasciato dei capolavori davvero unici. Grazie e buona settimana!

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