AJISAI | Un fiore dai mille volti

Il Giappone ha una cultura sofisticata segnata da atmosfere delicate e ritmi pacati; un sottile gioco di luci e ombre che possiamo cogliere solo guardando sotto la superficie di ciò che appare. Un viaggio nel viaggio che intreccia natura, poesia, arte, sensazioni e parole sussurrate, mai gridate ad alta voce. Ecco come attraverso un fiore, l’ortesia (in giapponese ajisai), ci parla della mutevolezza della vita.  L’ortensia è chiamata infatti in gergo anche  nanabake o shichi-henge, che letteralmente significa “sette cambiamenti” proprio perché attraverso i suoi colori ci racconta il percorso della vita, mutevole fino a ritrovare l’essenza originaria al momento della morte. Una similitudine che ancora una volta ci riporta al profondo legame tra l’essere umano e la natura che caratterizza molti aspetti di questa cultura.

Chi l’avrebbe detto osservando questa semplice pianta che proprio in questo periodo dell’anno tra giugno e luglio diventa protagonista del panorama urbano e non solo. I suoi fiori adornano ogni angolo di Tokyo con calde note che riempiono strade e giardini, ma sono presenti anche come tema ricorrente nei kimono che in questa stagione prediligono infatti questo motivo.

Ortensia,

tu cambi e cambiando torni

al tuo colore originario.

Bairyu  (1804-1863)

Ortensia!

kimono di lino estivo,

azzurro chiaro

Matsuo Basho (1644-1694)

Questa pianta nativa del Sud-Est asiatico e delle Americhe, non godette nei secoli di grossa popolarità proprio a causa dei suoi fiori mutevoli, visti come simbolo di infedeltà da parte della classe samurai, che privilegiava invece l’iris (ayame) per la forma lancioidale delle sue foglie che ricordava la spada e il coraggio dei guerrieri. Tuttavia nell’ultima parte del periodo Edo (1600-1868), con il finire del dominio feudale, questo fiore riacquistò la sua fama aumentando la presenza soprattutto nei giardini dei templi dove offre ancora oggi uno spettacolo imponente. In questi luoghi sacri, l’ajisai assume non solo funzione ornamentale come avviene l’8 aprile, data in cui si celebra la nascita del Buddha. Durante questa ricorrenza conosciuta con il nome di hana-matsuri (festa dei fiori), una piccola statua del Buddha viene consacrata infatti con l’ama-cha (letteralmente “tè dolce” preparato con foglie di ortensia) per celebrare la “dolce pioggia” che cadde nel giorno in cui nacque il Buddha, riportando alla nostra mente i pensieri positivi di una nuova vita.

Ma è sicuramente nella città di Kamakura, che da il nome ad un importante periodo storico caratterizzato dal dominio dello shogunato di Minamoto no Yoritomo, in cui possiamo trovare la testimonianza ancora viva di questa religione. In quest’epoca, per la prima volta nella storia giapponese, la classe dei samurai prese il potere e anche il Buddhismo cambiò il suo aspetto. Considerato fino al periodo Heian come una religione soprattutto per lo Stato e per la classe aristocratica, divenne nel periodo Kamakura (1185-1333) la religione del popolo volta a liberare tutti dalle sofferenze della vita.

In atmosfere da sogno, miriadi di templi sono raggiungibili attraverso piacevoli passeggiate tra il verde delle sue colline che offrono sguardi all’oceano e al Monte Fuji visibile all’orizzonte oltre la baia. Addentrarsi nelle vie di questa città, a soli 50 km da Tokyo, significa ripercorrere anche parte della storia del Giappone ammirando un patrimonio artistico di origini millenarie. In questo periodo dell’anno non può certo mancare una visita al tempio Meigetsu-in, fondato nel 1160 e conosciuto con il nome di Ajisai-dera (tempio delle ortensie), per la ricca presenza di questa pianta nella varietà “Principessa Hydrangea” così chiamata per la rara bellezza dei suoi fiori che lo impreziosiscono ad ogni sguardo.  

15 commenti Aggiungi il tuo

  1. Numero 29 ha detto:

    Feel so refreashing !
    I like those colors in brightly sunbeam.

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    1. tokyomelange ha detto:

      Thank you!

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  2. marinaraccanelli ha detto:

    splendido post! bello da vedere e interessante da leggere

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie a te per aver visitato il mio sito e per le belle parole. Felice domenica!

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      1. marinaraccanelli ha detto:

        Buona domenica a te, tengo d’occhio il tuo sito perché mi affascina la civiltà giapponese e perché i tuoi articoli sono ben scritti e approfonditi!

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      2. tokyomelange ha detto:

        Sono felice di sapere che questa cultura ti appassiona e ti ringrazio molto per questo scambio. Qualsiasi consiglio, opinione, suggerimento sara’ sempre ben gradito.
        Buona settimana!
        tokyomelange

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      3. marinaraccanelli ha detto:

        Grazie altrettanto 🙂

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  3. ombreflessuose ha detto:

    Nel mio giardino, l’ ortensia fa bella mostra, da oggi, dopo aver letto questo intreressante e bel post, essa ,mi delizia di più
    Grazie, ❤

    Felice settimana
    Mistral

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    1. tokyomelange ha detto:

      Bello sapere che hai apprezzato!
      La settimana e’ inziata in modo splendido…mi auguro lo sia anche la tua.
      Un abbraccio,
      tokyomelange

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  4. Antonio Mandruzzato ha detto:

    La mia pianta preferita…e nel mio giardino inizia adesso a fiorire pe diventare un cespuglio meraviglioso di colori…

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie per essere passato…buon week-end!

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  5. Nuzk ha detto:

    Davanti alla porta di casa ci sono due ortensie, in fiore in questo periodo. Ogni volta che le vedo, mi fermo ad ammirarne i colori e la struttura dei fiori. Dopo aver letto questo post, sentirò anche la delicatezza delle usanze giapponesi che tanto mi affascinano. Grazie 🙂

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie a te e…a presto😉

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  6. ithemorrighan ha detto:

    Ho sempre adorato le ortensie, motivo per cui ero già convintissima di piantarle nelle fioriere della casa nuova. Ecco, adesso sono ancora più convinta 🙂

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    1. tokyomelange ha detto:

      Si, e’ proprio un bel fiore! Grazie per essere passata …buona giornata!

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