Sulle orme dei Tokugawa | Koishikawa Koraku-en

Un importante capitolo della storia del Giappone è senza dubbio legato alla famiglia Tokugawa. Il loro dominio ebbe inizio nel 1603, anno in cui Tokugawa Ieyasu venne nominato shōgun dall’imperatore, e durò fino al 1868 quando l’ultimo shōgun, Tokugawa Yoshinobu, fu costretto  a dimettersi, dando inizio alla successiva epoca Meiji.
Tokugawa IeiasuSotto la guida di questa famiglia il Giappone godette di un periodo d’indiscutibile stabilità politica, ottenuta attraverso una rigida struttura gerarchica e di valori che affondava le sue radici nella dottrina Confuciana. Questa si basava sui principi etici, dell’arte e del buon governo e su una saggezza pratica che poneva l’accento sulle qualità delle relazioni sociali. Grande enfasi era data ai legami familiari e all’armonia sociale tra gruppi più vasti; il concetto di peccato, di credere ad un Dio o un mondo ultraterreno erano invece assenti. Per il Confucianesimo erano importanti i doveri che legavano il sovrano ai sudditi, il padre al figlio, il marito alla moglie, il fratello maggiore al fratello minore e le relazioni tra gli amici. L’uomo era di fatto padrone solo del suo cuore mentre successi ed insuccessi dipendevano dai meriti e dalle circostanze. Partendo da questo schema di valori, al vertice della struttura dettata dai Tokugawa furono posti i membri della Corte ed i nobili. Al secondo gradino la classe guerriera: i samurai. A seguire contadini, artigiani e mercanti; ed infine, i fuori casta, dedicati a mestieri considerati impuri, come la concia delle pelli, il macello degli animali o la sepoltura dei morti. All’interno di questa struttura, i samurai godettero di vari benefici come l’istruzione e l’addestramento militare che li collegarono direttamente al potere politico. Ma il divario delle classi venne portato all’estremo fino ad ottenere un frazionamento della società dove tutto era definito, incluso il colore del vestito da indossare, il tipo e la dimensione dell’abitazione, il linguaggio. L’individuo venne così classificato sulla base della sua occupazione, età sesso, stato civile e posizione all’interno della famiglia mentre il mantenimento di tutte queste “regole” era dato ai samurai, vincolati al tradizionale codice etico militare (Bushido)  che aveva a sua volta come base, la fedeltà assoluta al proprio signore feudale e la pietà filiale. A tutto questo venne affiancata la politica di isolamento del Paese (Sakoku) che durò per tutto il periodo, fatta eccezione alcuni scambi limitati con la Cina e gli Olandesi confinati nell’isola di Deshima di fronte a Nagasaki, contribuendo in modo determinante al mantenimento di quest’ordine. Inoltre, sempre secondo l’etica confuciana, anche l’economia doveva essere unita alla politica per consentire il benessere della popolazione, in assenza del quale si sarebbe ribellata. Stabilità politica e pace contribuirono dunque allo sviluppo urbano che vide, oltre al fiorire di Edo, quello di Osaka, che divenne il cuore mercantile e finanziario del Paese. Anche le campagne si svilupparono notevolmente con una crescita della produzione e del territorio coltivato. Disponibilità di forza lavoro, tranquillità sociale e benessere furono il leitmotif che attraversò la prima parte del governo Tokugawa. Tuttavia verso la metà del 1700  lo scenario  si aprì a nuove tensioni. Alcuni feudi iniziarono infatti a reclamare maggiore indipendenza, altri instaurarono rapporti con l’Occidente, altri ancora videro trasferire il loro potere nelle mani della classe mercantile che li controllava finanziariamente. Tutto questo scatenò una reazione a catena che mise in crisi il sistema minando la stabilità del Paese. Purtroppo i Tokugawa non furono in grado di rinnovare il loro modello di governo e questo portò la fine dello shogunato e l’apertura forzata di un Giappone che per quasi 250 anni era stato chiuso al mondo esterno, con conseguente abbandono del confucianesimo ed una ripresa delle tradizioni più autoctone del Paese. Questo periodo fu tuttavia di fondamentale importanza, lasciando un grande segno nella mentalità giapponese attraverso quei tratti legati al rispetto, fedeltà, onore, senso di appartenenza e del dovere che ancora oggi ritroviamo come caratteristiche distintive di questa cultura.
Tokugawa Yoshinobu
Ma torniamo a parlare della famiglia Tokugawa sullo sfondo della Tokyo di oggi. Dopo la sua nomina, Tokugawa Ieiyasu, designò come daimyo il suo undicesimo figlio, Yorifusa  che divenne il fondatore del ramo Mito della dinastia Tokugawa, insieme ai rami Kii e Owari, noti come le tre casate dei Tokugawa (Gosanke). Sebbene il ramo dei Mito disponesse di minori ricchezze e terreni rispetto agli altri due, ebbe tuttavia una notevole influenza sulla vita del Paese, spostando lo status del suo ramo su un piano più intellettuale. Nel 1629 Tokugawa Yorifusa stabilì la propria residenza  nei pressi del castello di Edo, dove un giardino noto con il nome di Koishikawa Koraku-en, venne completato durante il regno del secondo sovrano dei Mito, Tokugawa Mitsukuni.
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Seguendo la filosofia del suo tempo, Tokugawa Mitsukuni volle incorporare in questo luogo, oggi aperto al pubblico, alcuni concetti fondamentali ripresi proprio dallo studioso confuciano Shu-Shunsui, che possiamo riscoprire in un susseguirsi di angoli ricchi di storia. È così che camminando tra i suoi viottoli scorgiamo la riproduzione del lago Seiko-no-Tsutsumi (in cinese Xi-Hu); il “Ponte della luna piena” (Engetsu-kyo), il ponte vermiglio (Tsuten-kyo) ed altri siti traboccanti di significati, come il nome stesso di questo giardino. Si dice infatti che “Koraku” , composto dai due ideogrammi “divertirsi” ()e “dopo” () venne ripreso da un testo cinese di cui Mitsukuni stesso era ammiratore. Qui si sosteneva come “chi è al potere dovesse preoccuparsi prima degli altri, e cercare il piacere solo dopo che gli altri si fossero divertiti”. Una frase che ci riporta diritti alla dottrina confuciana, ricordandoci alcuni valori come il senso di dovere e responsabilità, che ancora contraddistinguono questa cultura.
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koishikawa korakuen (3)koishikawa korakuen (5)Il “Koishikawa Koraku-en” è uno dei giardini più antichi di Tokyo ed è stato designato come un Bene Culturale Nazionale. Quale modo migliore per ricordare un momento fondamentale della storia del Giappone, passeggiando in un distretto meglio conosciuto per il suo parco di divertimenti ed il Tokyo Dome, che si ergono a contrasto sullo sfondo di un passato che continua nel presente.

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