Nel cuore del Giappone: ASADAYA (#3)

 

Percorrendo la costa occidentale dell’isola principale del Giappone, l’Honshu, si arriva nella città di Kanazawa letteralmente “palude dorata” e roccaforte per più di 300 anni del clan Maeda, a partire dalla fine del 1600 fino alla restaurazione Meiji nel 1968. Il loro feudo conosciuto con il nome di Kaga era circondato da terre ricche di minerali e bagnato da abbondanti piogge; un territorio particolarmente adatto alla coltivazione del riso, alla produzione del sake e bagnato dal mar del Giappone con i suoi generosi frutti. E fu proprio l’abbondante produzione di riso che portò ai Maeda enormi ricchezze tanto da consentirgli già a quel’epoca di favorire lo sviluppo delle arti. Artigiani e artisti d’ogni genere vennero così invitati a stabilirsi in città creando un modello di avanguardia culturale e prosperità economica che ancora oggi sopravvive al passare dei secoli. Preservata infatti dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, questa città  conserva ancora oggi il fascino del passato con un’enorme varietà di botteghe artigiane di sete, lacche, ceramiche, decorazioni con foglie d’oro, cibi tradizionali, così come musei e luoghi di interesse culturale di ogni tipo. Qui si può esplorare l’antico Castello di Kanazawa, passeggiare nel Kenroku-en riconosciuto come uno dei principali giardini del Giappone, visitare i vecchi quartieri delle geisha, le famose cha-ya, dei samurai preservati ancora splendidamente, i numerosi templi, il mercato omi-cho con la sua storia di oltre 300 anni o perdersi nelle sue strade per scoprirne gli angoli più nascosti.Una piccola Kyoto che diventa museo a cielo aperto.

nishi-cha-ya

Ma un altro modo per avvicinarsi al passato di questi luoghi, può essere quello di affidarsi ad un ryokan (l’albergo tipico giapponese) immergendosi in un’esperienza di rara bellezza. Asadaya si trova nel cuore della città, proprio a fianco dell’antico mercato omi-cho, ed ha ricevuto il riconoscimento di “patrimonio culturale dell’ospitalità di Kanazawa”. All’interno delle sue mura che tra le altre rarità ospitano anche un prezioso museo privato della spada, si respirano atmosfere di oltre 140 anni dove ogni angolo rivive come una dolce poesia del passato. A partire dalla struttura in puro stile sukiya (stile architettonico raffinato che si basa sull’estetica della cerimonia del tè, ikebana ed altre arti tipiche)  che caratterizza ognuna delle sue 5 stanze, tutte arredate con sofisticata ma semplice eleganza e arricchite da nobili scorci sui quieti giardini interni. Ogni dettaglio è studiato, selezionato con estrema cura e mai esaltato; l’estetica del Giappone si esprime al meglio nell’assenza, nei silenzi, negli sguardi pacati all’ombra di luci soffuse. Il personale incarna l’essenza stessa dell’ospitalità racchiusa in quella parola “omotenashi”, il cui significato va oltre il concetto inteso in occidente arrivando ad “accogliere con il cuore e ascoltare i desideri senza chiedere nulla in cambio”. Tutto ciò si fa materia dal momento in cui si viene accolti nella cha-shitsu (la cosidetta stanza del tè) per assaporare una tazza di questa preziosa bevanda arricchita da pagliuzze dorate, godendo della bellezza di uno dei tanti giardini  interni che ci riportano al contatto con la natura.Una seconda tazza di tè, questa volta di squisito maccha (tè verde in polvere utilizzato nella cerimonia del tè) accompagnata da un wagashi (dolce tipico giapponese), viene offerta subito dopo essere stati accompagnati nella propria stanza. Da qui inizia un’esperienza indimenticabile tra il piacere di bagni caldi, avvolti da comodi yukata di cotone e assistiti in ogni desiderio, come la scelta del cuscino per trascorre la notte su morbidi futon, immersi nel profumo del legno e della paglia dei tatami.

 

 

Ma la bellezza di Asadaya va ancora oltre. Riconosciuto come uno dei migliori ryokan del Giappone anche per la sua cucina in stile kaiseki, un tipo di cucina che prevede tante piccole portate servite in raffinate porcellane, che in questo caso sono splendidi esemplari di kutani-yaki originarie di questa regione. Ognuna delle 10 portate composte da vari assaggi valorizza gli ingredienti del luogo rispettando sia nella materia prima, così come nei colori e nelle decorazioni dei piatti, lo scorrere delle stagioni e quel senso estetico proprio del Giappone. Per iniziare una cena tanto raffinata non può certo mancare l’oshi-zushi (sottili fettine di pesce pressate sopra un bocconcino di riso aromatizzato all’aceto) considerato il precursore del sushi moderno ma, a seguire, ogni portata è un vero capolavoro di alta cucina. Ma lo stupore continua con il tradizionale tenpura di gori, un delicato pesce di fiume che si rivela in tutta la sua forma, e uno squisito jibu-ni, lo stufato d’anatra cotta nella farina, glutine di frumento, verdure e funghi quali piatti caratteristici di questa regione e propri della cucina in stile kaga.

zensai
zensai
suimono
suimono
otsukuri
otsukuri

 

nakasara
nakasara

 

susumezakana
susumezakana

 

 

yakimono
yakimono

 

nimono
nimono
hachi
hachi
shokuji
shokuji – tomewan – kounomono
kudamono
kudamono

Al di là che si parli di un viaggio, di un luogo o di un incontro, qualsiasi esperienza che  ci porti a toccare l’essenza originale di una cultura è certo unica e al giorno d’oggi quanto mai rara non solo qui in Giappone. Non si può descrivere a parole la magia di questo luogo, intriso di storia e di una calda armonia che ti accompagna come un viaggio nel viaggio, fino a farti scoprire l’anima vera e profonda del Giappone attraverso i cinque sensi entrandoti nel cuore.

5 commenti Aggiungi il tuo

  1. Simona ha detto:

    Ciao, molto interessante!

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie Simona…sei unica…buona domenica! 🙂

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  2. violablues ha detto:

    Bellissimo post, per le notizie e le splendide immagini 🙂

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie mille per le belle parole! Anche per me che vivo qui da molto e’ stata un’esperienza davvero unica che spero altri possano condividere. Un abbraccio di buona domenica.. ♥

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      1. violablues ha detto:

        Grazie ancora e buona domenica anche a te 🙂

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