Il Convolvolo è un fiore molto apprezzato in Giappone noto con il nome Asagao [朝顔] letteralmente “il volto del mattino”, proprio perché più di un mattino non dura. Per i giapponesi è il simbolo del mese di luglio, dell’estate ed è stato ampiamente utilizzato sia in letteratura, sia nell’arte figurativa soprattutto nelle stampe del mondo fluttuante come simbolo della delicatezza, della fragilità e della bellezza che dura un solo giorno, ma anche per la sua tenacia nell’abbarbicarsi ad un qualcosa di più forte.
Di questo ci parla anche Fukuda Chiyo-ni (1703-1775) una delle maggiori poetesse di Haiku del periodo Edo. Nata a Matto nella provincia di Kaga, Chiyo-ni venne introdotta fin dalla tenera età alla poesia di Matsuo Basho divenendo a soli 17 anni famosa in tutto il Giappone per i suoi versi. Le sue poesie narrano del rapporto profondo tra natura e uomo seguendo lo stile del maestro Basho, sviluppando tuttavia uno stile proprio e indipendente.
Sarà stato così che alzatasi una mattina, scese nel proprio giardino pensando di prendere dell’acqua al pozzo. Ma nell’atto di accostarsi vide che durante la notte un convolvolo si era attorcigliato al secchio. Colpita dalla fragile pianticella e dalla bellezza del fiore pensò: “Perché, afferrare la fune, spezzando la breve vita della tenera pianta? Chi vuole dell’acqua la cerchi altrove!” e la chiese ad una vicina, scrivendo in seguito quella che divenne una delle sue poesie più note.
Lungo la corda del pozzo
si è avvolto un convolvolo,
andrò a chiedere l’acqua alla vicina
Asagao ni
tsurube torarete
morahi mizu
朝顔に
つるべとられて
もらひ水
Qualche mese fa mi ha scritto E. Leone raccontandomi della sua passione per il Giappone, la pittura e la poesia. È così che abbiamo iniziato a scambiare qualche informazione su questi versi, a lui cari, immaginando la scena di quel mattino caldo d’estate nei dettagli del pozzo, un secchio, una corda, dei fiori avvolti. Mi ha poi inviato questo bel dipinto dal sapore lievemente retrò che mi permette di ringraziarlo, ancora una volta, per questa gentilezza e di parlarvi di una qualità spesso trascurata: la delicatezza.
Una dote che richiede coraggio, attenzione e intelligenza. Essere delicati nell’ascoltare, nel parlare, nel muoversi non dovrebbe mai essere scambiato come un simbolo di fragilità ma di una forza interiore che molto spesso ritroviamo anche nei silenzi e negli sguardi abbassati di questo Giappone avvolto come un convolvolo al suo passato.
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Hello Tokyo Melange, è stato bello leggere il tuo splendido articolo sulla poetessa. I suoi splendidi versi mi hanno conquistato dal primo momento, ma le tue righe mi hanno rivelato altri aspetti, come osservare dei sentimenti da un’altra angolatura. Grazie per aver pubblicato il mio lavoro, mi ha fatto molto piacere. E. Leone
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Grazie a te per avermi dato l’opportunita’ di affrontare questo tema e per avermi inviato la tua splendida opera! Keep in touch e…Felice Estate 🙂
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