Agosto ormai alla spalle ha lasciato il posto a settembre che ci accompagna dolcemente verso l’autunno. La lingua giapponese così ricca di sfumature ha molti modi per definire questo mese che nell’antico calendario lunare veniva indicato come nagatsuki (長月) mese lungo, poiché in questo periodo le ore di sole diminuiscono gradualmente lasciando spazio a notti sempre più lunghe. Ma è anche conosciuto come momijitsuki (紅葉月), kikutsuki (菊月) o kikuzakitsuki (菊咲き月) riferendosi al periodo dell’anno in cui si iniziano ad intravedere i colori autunnali rappresentati dai momiji (紅葉) o in cui fioriscono i crisantemi, kiku (菊) fiore simbolo di questo mese.
I gosekku (五節句), sono Cinque Festività che si tengono il 7 gennaio, 3 marzo, 5 maggio, 7 luglio e 9 settembre, ciascuna caratterizzata da un numero dispari, considerato di buon auspicio. Originari della Cina, i sekku erano visti come momenti di passaggio stagionale, in cui per natura il corpo è più vulnerabile e per questo da esorcizzare con rituali accompagnati da cibi, bevande e simboli che ci purifichino aiutando a superarli.
Così se il 7 gennaio per celebrare nanakusa no sekku (七草の節句), vi è ancora l’usanza di mangiare una zuppa con sette erbe come augurio di buona salute per il Nuovo Anno, il 3 marzo, in occasione di momo no sekku (桃の節句) una festa dedicata alle bambine, e il 5 maggio, per gogatsu no sekku (五月の節句) una celebrazione dedicata ai bambini maschi, la pesca e l’iris vengono scelti come simboli di purezza e di forza, mentre il 7 luglio è tanabata (七夕) la festa delle stelle, a segnare l’inizio della stagione estiva con la foglia del gelso come protagonista.
L’ultimo dei sekku in senso temporale, si festeggia il 9 settembre, kiku no sekku (菊の節句) o festa dei crisantemi per celebrare il passaggio verso l’Autunno con questo fiore simbolo del Giappone e della casa Imperiale associato alla vita eterna e alla longevità. Nell’antica Cina si riteneva infatti che questo fiore fosse un’erba spirituale in grado di donare giovinezza e salute, per questo era usanza aggiungerne alcuni petali nel sake ed assumere questa bevanda come elisir di lunga vita.

Tra tutti i sekku (節句) questa è forse la ricorrenza oggi meno festeggiata in Giappone, forse perché il periodo della fioritura è ancora lontano, ma è anche un giorno di maggiore buon auspicio, poiché si sovrappone il numero 9 più grande tra tutti i numeri dispari considerati fortunati.
Originariamente questa ricorrenza veniva infatti celebrata il nono giorno del nono mese lunare che corrisponde indicativamente a metà ottobre, periodo in cui è effettivamente possibile apprezzare questo fiore in tutta la sua bellezza. Al tempo della corte imperiale di Heian, la tradizione voleva che la notte dell’8 settembre i crisantemi piantati nei giardini venissero ricoperti con un batuffolo di seta affinché si impregnasse di rugiada e del profumo di questo fiore. Il mattino successivo, viso e corpo venivano bagnati con quest’acqua come segno di purificazione e auspicio di longevità.
Troviamo testimonianza di questa usanza in molti dipinti, poesie e canzoni di un tempo e anche se oggi il kisewata (着せ綿) letteralmente “rivestito di cotone” è ormai dimenticato, rimane vivo nel mondo dei wagashi (和菓子), i dolci giapponesi. Qui il senso delle stagioni è ancora molto importante e tramanda una tradizione che continua fino ai giorni nostri ricordando il senso del tempo e del cambiamento sempre scandito dai simboli della natura.