Aspettando l’Anno Nuovo!

Se vi chiedessi di dirmi quante volte dite “grazie” in un giorno che cosa mi rispondereste? Dopo tutto è una delle parole più importanti in ogni lingua; una delle prime che ci insegnano a dire fin da piccoli e che dovremmo imparare anche quando viaggiamo, nel rispetto del paese che ci ospita. Dire grazie è facile, veloce, non costa nulla, eppure, a volte ce ne dimentichiamo o forse non lo pronunciamo quando dovremmo.

In giapponese “grazie” (arigatou) si scrive abitualmente utilizzando l’alfabeto hiragana 「ありがとう」 ma in realtà questa parola deriva dalla combinazione degli ideogrammi「有」, ari “essere reale, accadere” e 「難い」, katai ovvero “impossibile, difficile”. Quasi a dimostrare che abbiamo sempre bisogno gli uni degli altri sia nella quotidianità, sia per realizzare tutti i nostri progetti, grandi o piccoli che siano. Questo la dice lunga anche sul concetto che sta alla base di questa società, ben lontana dall’idea di individualismo che prevale in occidente, ma basata invece sul principio di comunità.  Partendo da queste premesse, troviamo svariati modi per ringraziare a seconda della situazione come “arigatou gozaimasu” 「ありがとうございます」che esprime semplicemente “grazie” ma in una forma molto cortese;  “doumo arigatou” 「どうもありがとう」 accompagnato dalla sua versione più formale “doumo arigatou gozaimasu” 「どうもありがとうございます」 per esprimere “molte grazie”; oppure semplicemente “doumo” 「どうも」per un  “grazie” più informale. Ma in Giappone si può ringraziare anche usando la parola “sumimasen” 「すみません」che in realtà significa “scusa”, come forma di cortesia quando si riceve ad esempio un regalo o un favore, che nella versione più formale diventa “osoreirimasu” 「恐れ入ります」, utilizzato soprattutto in occasioni professionali e lavorative per scusarsi del disturbo arrecato da un dono o una cortesia ricevuta.

Insomma davvero mille modi per esprimere la propria gratitudine anche in Giappone partendo da un concetto che riconosce in primo luogo il valore dell’altro, ed è così che vorrei chiudere quest’anno trascorso insieme attraverso questo blog e la pagina di facebook. A chi mi ha scritto per coinvolgermi in qualche bel progetto o semplicemente per raccontarmi la sua storia; a chi ha lasciato un commento, un saluto o un like; a chi mi ha dato e chiesto la sua amicizia ma anche a chi è passato in silenzio senza lasciare apparente traccia. Continuerò a parlavi del Sol Levante anche nel Nuovo Anno, con racconti e nuovi progetti che mi auguro possano farvi scoprire qualche altro angolo nascosto di questa cultura. A tutti voi un piccolo pensiero scaricabile da questo link per accompagnarvi nel 2018 con  un augurio davvero sincero, ed un grazie di cuore e a piene mani!

Arigatou・有難う・ありがとう

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4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Dora Buonfino ha detto:

    Buon anno 🙂

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  2. tokyomelange ha detto:

    Buon Anno anche a te Dora e grazie davvero per esserci sempre! 🙂

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  3. Luna ha detto:

    Grazie! Per il calendario, gli auguri, lo scritto. Un articolo davvero istruttivo e molto dolce su una parola che da noi si usa molto meno di quanto si potrebbe (dovrebbe). Durante il mio viaggio in Giappone ho amato da subito quella parola con la esse finale prolungata all’infinito (“gozaimaaaasssss”) che non capivo ma mi piaceva tanto: era come una piccola canzoncina che risuonava all’improvviso, a volte coralmente.
    Felice anno nuovo.

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    1. tokyomelange ha detto:

      Grazie Luna per questo bel commento! Effettivamente in Giappone “Arigatou gozaimasu” (con la s finale trascinata) si sente proprio ovunque nei ristoranti, nei negozi -anche solo per essere entrati-, negli alberghi, al supermercato, alla stazione, in taxi invitando un po’ tutti a ricambiare con un cenno o una parola di cortesia. Ti auguro anch’io uno splendido 2018!

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