Kimi no Na wa (il tuo nome)

Un filo rosso: Mitsuha lo porta tra i capelli, Taki al polso. Le camere di due adolescenti, frammenti delle loro vite, una cittadina di montagna -Itomori- e la voglia di scappare, di vivere in una grande città -Tokyo-, cieli stellati e gradazioni di luce che creano splendide atmosfere. Il suono di un cellulare e tutti si guardano attorno cercando di capire se provenga dallo schermo. Le immagini scorrono veloci, la musica si fa incalzante ed  è subito chiaro dove ci voglia accompagnare l’autore mentre una storia fatta di amore e di strani sogni …ha inizio.

Se un buon film sta nel messaggio allora,  “Kimo no Na wa” (il tuo nome)  scritto e diretto da Makoto Shinkai, ha fatto sicuramente centro. Shinkai, classe ’73, è stato definito a pieno titolo come il “nuovo Miyazaki” dopo i successi ottenuti dalle sue prime opere “Il giardino delle parole”, “La voce delle stelle” e “5 cm al secondo”. Affiancano il regista in questo progetto Masayoshi Tanaka e Masashi Ando, entrambe già figure di spicco nel mondo dell’animazione. Shinkai, come il suo maestro Miyazaki, parte sempre da un messaggio ma se le storie di quest’ultimo si popolano di personaggi fantastici ed ambienti surreali di rara bellezza e sensibilità, per lui la parola chiave è “realismo” dove l’aspetto visuale affianca la storia senza lasciare mai nessun particolare al caso. Il racconto riprende  i temi preferiti dall’autore “la relazione tra giovani generazioni”, “la diversità tra la vita di città e della provincia giapponese”, “la natura”.

È incredibile osservare i dettagli con cui l’autore descrive le strade, la città ed ogni minimo particolare della vita in Giappone in quel disordine della case tipico di un quotidiano che parla della vita vera. Lo sguardo si sofferma sui tatami, su porte che si aprono per accogliere nuovi scenari; i cartelli segnaletici indicano le zone di Tokyo più frequentate dagli adolescenti e fose anche dallo stesso autore: Shinjuku, Yoyogi, Sendagaya, Yotsuya, Gaien, Roppongi. Sorprende la minuta attenzione con la quale vengono disegnati gli arredi e ogni singolo dettaglio.  I ragazzi che mi circondano scorgono i frammenti delle loro vite, rivedono le loro stanze, la scuola, le strade, i treni e fissano lo schermo magnetizzati. Ma Shinkai va oltre. Il frinire delle cicale, il fruscio delle foglie nel bosco, il canto del nibbio che vola sopra il lago, il rumore della pioggia,  il trambusto della città. Anche i suoni diventano protagonisti della storia. Se non siete mai stati in Giappone queste immagini vi porteranno per le strade di Tokyo,  accompagnandovi in provincia, dipingendo lo scorrere del tempo e delle stagioni in una storia carica di tensione, di dolcezza e di mistero.

E poi arriva la scena dell’autunno, una passeggiata tra i boschi con colori da togliere il fiato e una nonna che parla alle nipoti trasformando la storia in poesia:

“Dare forma raggruppandosi, contorcersi, avvinghiarsi, talvolta tornare, lasciarsi e legarsi ancora. Questo è il kumihimo. Questo è il tempo. Questo è il legame”.

Kumihimo è una tecnica tradizionale giapponese nella quale vengono intrecciati dei fili di seta, sottili ma forti,  usati in vari modi creando una moltitudine di forme e di colori. I samurai li utilizzavano anticamente come lacci per le armature; la cintura del kimono è fermata ancora oggi da questi lacci e prende il nome di obi-jime. Un’arte che racchiude il significato del legame come la leggenda del “filo rosso” che ci accompagna per tutta la narrazione. Nel paese natio di Mitsuha, Itomori, è una forma di arigianato tramandata di generazione in generazione da secoli e per questo la nonna spiega alle nipoti quale sia il suo significato più profondo.

Le voci dei protagonisti principali sono quelle di due attori molto amati Mone Kamishiraishi e Ryunosuke Kamiki; il reparto musicale è affidato ad uno dei più popolari gruppi rock giapponesi, RADWIMPS, che ha scritto tutte le canzoni di questo film compresa “zenzenzense”, tema principale cantata da Yojiro Noda e accompagnata dalla sua chitarra acustica. In questa ascesa di emozioni Shinkai non ci fa mancare proprio nulla compresa la conclusione scelta dall’autore che lascia spazio ad un momento di riflessione misto a malinconia legandoti come sempre alla poltrona anche dopo i titoli di coda. Dopo 5 settimane dal suo debutto nelle sale, Kimi no Na wa è ancora il top in classifica, già affermato come campione di incassi del 2016 e settimo film giapponese di tutti i tempi; il primo anime che non sia di Miyazaki ad aver superato i 10 miliardi di yen (oltre 80 milioni di euro) con più di 7 milioni di spettatori.

Un vero capolavoro che parla di incontri, di gratitudine, della preziosità e dei misteri della natura, come motivi sempre cari alla tradizione di questo paese. Un sogno ad occhi aperti dove dimenticare tutto il resto e godere, anche se l’anime non è forse il tuo genere, della grandezza di questo autore.

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9 commenti Aggiungi il tuo

  1. Simona ha detto:

    Che bel racconto 🙂 Ciao buona domenica

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    1. tokyomelange ha detto:

      Un film davvero bellissimo! Spero arrivi in Italia presto…dicono nel 2017…e che tu lo possa vedere …credo ti piacerebbe molto! Buona domenica anche a te …e’ sempre un piacere leggerti ❤️

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  2. wwayne ha detto:

    Splendido post, complimenti! 🙂

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    1. tokyomelange ha detto:

      Sono felice che ti sia piaciuto…grazie mille e buona serata!

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      1. wwayne ha detto:

        Colgo l’occasione per consigliarti questo film: https://wwayne.wordpress.com/2016/05/22/il-giorno-di-timber/. Mi ha fatto spanciare dalle risate! 🙂 Grazie a te per la risposta! 🙂

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      2. tokyomelange ha detto:

        Grazie a te per il suggerimento. Ho dato un’occhiata al trailer e letto il tuo post…non manchero’ di vederlo! Keep in touch

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      3. wwayne ha detto:

        Se digiti “my father jack torrent” su Google dovresti trovarlo al volo. E non preoccuparti, ci terremo senz’altro in contatto! 🙂 Buona visione! 🙂

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  3. Laura ha detto:

    Non ho potuto non pensare subito alla leggenda dell’akai ito 🙂 Non vedo l’ora di vedere questo anime, sembra tanto delicato quanto delicata è la tua splendida introduzione ❤

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    1. tokyomelange ha detto:

      Si, questa leggenda e’ senz’altro il filo conduttore di tutto il film. Ho cercato solo di non raccontarlo troppo per non togliere il gusto di assaporarlo a fondo in tutti i suoi risvolti. Un vero capolavoro…ti piacera’ ne sono sicura! 😉

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